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INTERVENTI SULLA RETINA: LA VITRECTOMIA

La vitrectomia è un intervento chirurgico a carico della porzione posteriore del bulbo, che consiste nell’asportazione del corpo vitreo, tramite lo strumento chiamato vitrectomo. Il vitreo viene parzialmente o totalmente sostituito con altre sostanze, a seconda della patologia e dell’indicazione chirurgica: spesso si utilizza aria o miscele di gas o olio di silicone.

Solitamente tale intervento è eseguito in anestesia locale, di rado in anestesia generale. La durata invece, varia da caso a caso. In alcuni casi, tale intervento può essere associato alla rimozione del cristallino (intervento di cataratta) e alla sua sostituzione con una lente intraoculare artificiale (IOL).

Il vitrectomo è uno strumento che si introduce all’interno della camera vitrea insieme a una luce a fibre ottiche (per illuminare) e un cannello di infusione, tramite tre incisioni sulla sclera.

Il dottor Raveggi, effettua la vitrectomia mini-invasiva (23G, 25G e recentemente anche 27 Gauge), con minimo trauma chirurgico e più veloce ripresa per il paziente. Le microincisioni non necessitano generalmente di suture, perciò il paziente avrà minor fastidio e più veloce recupero.

Le patologie in cui è indicata la vitrectomia sono le seguenti:

 

  • distacco di retina;
  • emovitreo;
  • ialosi asteroide;
  • schisi scintillante;
  • foro maculare;
  • membrana epiretinica (trazionale);
  • edema retinico (trazionale);
  • retinopatia diabetica proliferante;
  • complicazioni da altri interventi chirurgici oculari.
INIEZIONI INTRAVITREALI

Le iniezioni intravitreali di farmaci antiangiogenici (Bevacizumab, Ranimizumab, Aflibercept, Triamcinolone Acetonide ) sono il trattamento d’elezione nelle forme neovascolari essudative retiniche, bloccando la formazione di neovasi retinici; il trattamento con Ozurdex® è indicato per il trattamento di adulti con edema maculare ed è un impianto di desametazone, ovvero cortisone a livello intraoculare che si estingue automaticamente nell’arco di 4-5 mesi.

Sono sostanze che vengono iniettate direttamente nel vitreo oculare, in sala operatoria. Il trattamento con farmaci antiangiogenici prevede un’iniezione al mese, per un ciclo di 3 iniezioni d’attacco, monitorando la situazione retinica tramite valutazione del visus e esami strumentali, quali l’OCT e Angio- OCT.

ARGON LASER (532 nm)

A differenza dello YAG Laser, che funziona a contatto, l’Argon Laser è un laser il cui fascio luminoso produce un’azione termica grazie a un gas nobile. È utilizzato per effettuare la coagulazione della retina nelle sue specifiche patologie:

  • diabete;
  • rotture retiniche;
  • degenerazioni retiniche;
  • trabeculoplastica

LASER GIALLO (577 nm)

A differenza dell’argon laser, il laser giallo può essere utilizzato in modalità sottosoglia (MPL) che non produce danni profondi sulla retina (Epitelio pigmentato e coroide) ed è selettivamente indicato nelle patologie di area maculare:

  • Edema maculare diabetico
  • CSC
  • Edema maculare post trombotico
  • etc
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Maculopatia

La degenerazione maculare è una patologia oculare che colpisce la parte centrale della retina, detta macula, causando la perdita della visione centrale. Ha una prevalenza che varia dall’8.5% al 11% nella fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni e del 27% al sopra dei 75 anni.

Nel 2025, gli individui con maculopatia sopra i 60 anni sarà 1/3 della popolazione di molti paesi.

I primi segni della maculopatia, sono la mancanza di dettagli nella visione, una visione distorta, una riduzione della vista (soprattutto per vicino) o la visione di una macchia centrale.

La maculopatia può essere secca (atrofica) o umida (essudativa). Per la maculopatia essudativa, la terapia avviene con la somministrazione di farmaci antiangiogenici per via intravitreale .
Le iniezioni intravitreali sono il trattamento d’elezione nelle forme proliferanti essudative retiniche, bloccando la formazione di neovasi retinici; Ozurdex® è indicato per il trattamento di edema maculare ed è un impianto di desametazone (cortisonico locale).

Sono sostanze che vengono iniettate direttamente nel vitreo oculare, in sala operatoria, monitorando poi la situazione retinica nei mesi successivi tramite valutazione del visus ed esami strumentali.

Ricordiamo che il recupero dipende fortemente dal grado iniziale di compromissione retinica.

MEMBRANA EPIRETINICA, O PUCKER MACULARE

La membrana epiretinica è un sottile strato fibroso che si forma sulla superficie della retina, nell’area centrale detta macula.

I primi segni sono la mancanza di dettagli nella visione, una visione distorta e/o una riduzione della vista (soprattutto da vicino).

Il trattamento per questa patologia è esclusivamente chirurgico, tramite vitrectomia con peeling della membrana epiretinica associato o meno alla rimozione contestuale della membrana limitante interna della retina, fisiologicamente presente nello strato retinico.

Con una pinza dalle dimensioni microscopiche, il chirurgo procede alla rimozione della membrana epiretinica, dopo aver asportato il vitreo e sostituito lo stesso con un liquido artificiale di caratteristiche similari (vitrectomia).

Si ricorda che il recupero funzionale dipende fortemente dal grado iniziale di compromissione retinica, dall’acuità visiva preoperatoria e dallo spessore preoperatorio dell’OCT e dal grado di distorsione soggettiva dell’immagina (metamorfopsia).

FORO MACULARE

Il foro maculare è la formazione di un foro nella parte centrale della retina, detta appunto macula. Per valutare il foro e la sua stadiazione, è necessario effettuare un esame del fondo dell’occhio e OCT di controllo.

Il paziente può accorgersi di un cambiamento nella visione centrale, con calo, visione distorta delle immagini (soprattutto per vicino) e può percepire una macchia scura centrale.

Il trattamento di elezione in un foro maculare III-IV stadio è l’intervento chirurgico di vitrectomia con asportazione della membrana epiretinica associata a tamponamento con miscela di gas o olio di silicone, quest’ultimo rimosso in un secondo intervento.

Si ricorda che il recupero funzionale dipende fortemente dal grado iniziale di compromissione retinica, dall’acuità visiva preoperatoria e dal tipo e dallo stadio del foro maculare.

TROMBOSI RETINICHE

Le trombosi della retina sono patologie occlusive delle vene o arterie della retina, che colpiscono maggiormente pazienti ipertesi, cardiopatici, con ipercolesterolemia o sclerosi arteriosa.

Il paziente può notare un brusco calo visivo, talvolta con la comparsa di corpi mobili. I trattamenti possono essere molteplici, il medico oculista sarà in grado di fornire la terapia più adeguata dopo un’attenta valutazione del fondo dell’occhio e accertamenti strumentali come fluorangiografia, retinografia e/o OCT. Possono essere necessari ulteriori accertamenti a livello generale.

Il trattamento può essere fotocoagulazione laser, farmacologico con terapie sistemiche, cortisonici a livello oculare o con iniezioni intravitreali di farmaci antiangiogenici.
Ricordiamo che il recupero dipende fortemente dal grado iniziale di compromissione retinica.

DISTACCHI DI RETINA

Il distacco di retina è la separazione della retina dalla coroide. Il paziente se ne può accorgere dalla visione di un’ombra o una tenda nel campo visivo dell’occhio colpito, che può essere preceduta dalla visione di flash (detti fotopsie), oppure di corpi mobili (detti miodesopsie).

Il distacco può essere trattato con diverse tecniche, a seconda della grandezza della rottura e a discrezione del chirurgo.

  • Trattamento con Argon Laser: si effettua ambulatorialmente, previa instillazione di collirio midriatico (dilatazione della pupilla) e anestetico. Può richiedere una o più sedute.
  • Cerchiaggio o piombaggio: sono tecniche ab externo, che quindi agiscono sull’esterno del bulbo, da effettuare in sala operatoria. Permettono di ridurre la trazione che provoca il distacco retinico: una volta eliminata la trazione, la retina tornerà sul piano coroideale.
  • Vitrectomia eseguita quando la trazione vitreale è tale che non si può dominare ab externo, e pertanto richiede un’asportazione di tutto il vitreo ab interno e il tamponamento con aria, gas o olio di silicone.

Ricordiamo che il recupero dipende fortemente dal grado iniziale di compromissione retinica e dal sollevamento o meno della retina maculare.

RETINOPATIA DIABETICA

La retinopatia diabetica è direttamente correlata al quadro glicemico del paziente. Generalmente sono più colpiti i pazienti affetti da diabete tra i 25 e i 60 anni (solitamente con un diabete non ben compensato).

In italia si contano circa 5 milioni di pazienti affetti da diabete: la prevalenza è del 6,2% della popolazione. Ogni 3 diabetici, ve ne è 1 che ha sviluppato la malattia ma non se ne è accorto.
Il numero di diabetici è quadruplicato: da 108 milioni nel 1980, a 422 milioni nel 2014. Nel 2025 sono attesi 700 milioni di pazienti se continua tale crescita. Nel 2010 più di 1/3 dei diabetici presentava retinopatia diabetica.
La retinopatia diabetica può essere proliferante dovuta alla proliferazione di neovasi o tessuto fibro vascolare a partenza da aree ischemiche (non perfuse). Può essere essudativaemorragica, in cui compaiono aneurismi, essudati e micro emorragie su tutta la retina.

A seconda della tipologia si effettua il trattamento più adeguato.

È importantissimo mantenere basso il livello glicemico e fare controlli periodici del fundus oculi, mediante dilatazione.
In caso di necessità, sarà priorità del Medico Oculista effettuare ulteriori accertamenti per valutare la circolazione sanguigna della retina, mediante fluorangiografia e/o OCT.

Il trattamento della retinopatia diabetica consiste nel trattamento di fotocoagulazione con Argon Laser nelle zone di ischemia retinica periferica e/o iniezioni intravitreali con farmaci antiangiogenici o trattamento chirurgico con vitrectomia.